Volare negli Stati Uniti è diventato sempre più spossante dopo l’introduzione, lo scorso 26 ottobre, di nuovi controlli e interviste di sicurezza. Ebbene sì: se hai in programma un viaggio negli USA, preparati a essere sottoposto a una serie di domande. Niente di troppo personale e inadeguato, ma questa semplice intervista ti porterà a essere in aeroporto ben 3 ore prima della partenza. Scopriamo meglio di cosa si tratta.
I vettori aerei sono dubbiosi e invitano i propri passeggeri a giocare di largo anticipo. La IATA -organizzazione internazionale di compagnie aeree – storce il naso. Washington è intransigente e rimarca l’importanza delle nuove restrizioni, in nome della sicurezza internazionale. Le procedure, d’altronde, sono già state messe in atto da compagnie USA come American Airlines su tutti i voli diretti per gli States. Va da sé che le altre compagnie, col tempo, si dovranno adeguare.
Cosa sarà chiesto ai passeggeri?
Le domande ti sembreranno banali – «Perché va a Los Angeles?» – e talvolta invadenti – «Dove alloggerà a New York?» – ma il governo statunitense le trova necessarie per evitare di far atterrare a casa potenziali terroristi.
La preoccupazione maggiore per i viaggiatori e le compagnie, tuttavia, sono i tempi di attesa. Se ogni passeggero dovrà essere intervistato poco prima dell’imbarco, c’è la concreta possibilità che si accumulino ritardi su ritardi nelle partenze.
Reazione e dubbi di compagnie aeree e IATA
Le maggiori compagnie aeree hanno iniziato ad avvertire i propri passeggeri dei possibili colloqui in aeroporto. Vettori come Cathay Pacific, Emirates, Lufthansa e la low cost Norwegian Air, informano via mail i viaggiatori diretti in America che, d’ora in poi, potranno essere sottoposti a brevi interviste. Queste saranno eseguite al check-in, al controllo documenti oppure al gate di imbarco. Sai che è un metodo, purtroppo, già collaudato dagli israeliani? I passeggeri in volo verso lo Stato del Vicino Oriente vengono intervistati da tempo, in fase di imbarco o appena atterrati nel Paese.
Se, da un lato, le aviolinee si stanno riorganizzando per attenersi alle nuove regole, dall’altro esprimono una certa perplessità sulla questione. Il maggiore vettore della Corea del Sud – Korean Air – ha lamentato la scomodità di un arrivo in aeroporto, per i passeggeri, così anticipato.
Alexandre de Juniac, amministratore delegato e direttore generale della IATA (International Air Transport Association) ha lamentato l’introduzione unilaterale delle nuove regole. Il governo USA, in pratica, non ha consultato nessun operatore del settore dell’aviazione prima di cambiare le procedure di sicurezza già esistenti.
E tu che ne pensi? Prima o poi farai parte dei 325 mila passeggeri che, ogni giorno, partono da ogni dove per recarsi negli Stati Uniti? Nessuno stato, Italia compresa, potrà evitare le nuove regole. L’agenzia governativa USA “Transportation Security Administration” (TSA) – nata dopo gli eventi dell’11 settembre – è già impegnata in un’operazione di verifica per far sì che le procedure vengano adottate in tutto il mondo.
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